L’intervento di protesi d’anca, uno dei più comuni in ambito ortopedico

La protesi d’anca rappresenta uno degli interventi più comuni e risolutivi in ambito ortopedico. Ogni anno, migliaia di pazienti scelgono questa soluzione per ritrovare mobilità e qualità di vita, spesso compromesse da patologie degenerative come l’artrosi o da esiti di traumi. Secondo il Programma Nazionale Esiti (PNE) 2024 dell’AGENAS, nel 2023 in Italia sono stati eseguiti 131.094 interventi di protesi d’anca, con un incremento di 6.000 interventi rispetto al 2022.

Grazie ai continui progressi nella chirurgia e nei materiali protesici, oggi l’intervento è sempre più sicuro, minimamente invasivo e con tempi di recupero ridotti. Ne parliamo con il dottor Claudio Citti, Responsabile dell’Ortopedia al Centro Chirurgico Toscano, per approfondire tecniche, benefici e aspettative per i pazienti.

  • Quali sono le cause più comuni che portano alla necessità di una protesi d’anca?

Le cause più comuni che portano alla necessità di impiantare una protesi d’anca sono:

  • Artrosi d’anca: una condizione che colpisce molte persone, soprattutto con l’avanzare dell’età.
  • Fratture del collo del femore: anche se trattate chirurgicamente, possono evolvere in artrosi.
  • Necrosi vascolare della testa femorale: è una causa meno comune ma possibile, che avviene quando la testa femorale non riceve nutrimento e va in crisi, portando alla necessità di una protesi.
  • Displasie congenite non diagnosticate: in alcuni casi, per fortuna sempre più rari, un disformismo dell’anca può evolvere in artrosi, richiedendo un intervento.

 

  • Quali sono i sintomi che indicano che potrebbe essere il momento di valutare un intervento?

Il dolore causato dall’artrosi d’anca può manifestarsi lentamente, con un inizio lieve nella zona inguinale e che si irradia fino al ginocchio. Con il tempo, il dolore diventa invalidante, impedendo al paziente di camminare o salire le scale.nIl momento in cui effettuare l’intervento non lo decide tanto il medico, bensì il paziente stesso, che normalmente ha alle spalle una lunga storia di dolore, che lo ha portato a  cambiare le sue abitudini di vita, compromettendo attività di routine come fare le scale o andare al supermercato.

 

  • Quali sono i vantaggi di una protesi d’anca rispetto ad altre soluzioni conservative?

Il vantaggio principale dell’intervento di protesi d’anca consiste nella quasi immediata cessazione del dolore. Ci sono delle possibilità alternative, prima di arrivare all’intervento, che però non risolvono il problema ma allungano solo i tempi entro cui si deve fare l’intervento. Tra queste soluzioni, si possono citare:

  • le infiltrazioni intra-articolari, per le quali si usano varie sostanze: attualmente quella più usata è l’acido ialuronico, che è un lubrificante che, entrando dentro le articolazioni, ne favorisce il movimento.
  • le cellule staminali, che possono essere iniettate dentro le articolazioni e che possono essere prelevate dal sangue o, ancora meglio, dal grasso peri ombelicare.

Si tratta sempre di tecniche che non risolvono completamente il problema, ma allungano solo i tempi entro cui si rende necessario l’intervento.

 

  • In che cosa consiste l’intervento di protesi d’anca?

L’intervento è abbastanza comune e semplice: viene eseguita un’incisione nell’anca, che può essere fatta in varie parti della coscia; arrivati all’articolazione dell’anca, si toglie una parte o tutta la testa del femore, poi con delle opportune frese a dimensione crescente si fa l’alesaggio del canale in cui va messa la protesi nel femore, e poi si fa l’alesaggio della cavità  in cui va messa quella del bacino. Di solito, con un buon programma operatorio, si riesce già a capire la misura dell’impianto che dovrebbe andare sia nella parte femorale, che in quella seta bolare.

Esistono anche protesi “da rivestimento”, che permettono di conservare la struttura ossea, utile per un eventuale re-intervento. Gli svantaggi di questo tipo di intervento sono legati al fatto che non ha una durata molto lunga nel tempo.

 

  • Quali sono le innovazioni più importanti, che vengono praticate anche al Centro Chirurgico Toscano?

Le innovazioni più importanti riguardano la via d’accesso, che viene fatta sempre meno invasiva con dei tagli sempre più piccoli, che si possono coprire molto facilmente con gli indumenti. Inoltre, stiamo cominciando a sperimentare la novità dell’uso della robotica nell’anca: già l’abbiamo da molti anni nel ginocchio, e nell’anca si sta usando la cosiddetta “Navigazione”, che permette di fare degli impianti con la sicurezza che fornisce un’intelligenza artificiale e di avere un impianto perfettamente congruente. Quando si impianta una protesi d’anca, infatti, bisogna tenere conto della naturalità dell’anca precedente.

L’altra novità è costituita dai materiali: in questo momento, il 90% delle protesi viene applicato senza cementazione, le protesi sono costituite in titanio forgiato molto performante, e c’è una notevole varietà di taglie. Così, si riesce ad avere quello che gli ortopedici chiamano il “prestit”, ovvero un incastro perfetto tra il materiale e l’osso, senza avere nessun tipo di cemento. Questo è utile perché, come tutte le colle che esistono al mondo, anche questa prima o poi perde aderenza e la protesi inizia a muoversi. Queste ultime protesi, non essendo incollate all’osso, sono fatte di un materiale in cui l’osso cresce progressivamente intorno al materiale che è stato impiantato, e progressivamente la blocca. Dal punto di vista teorico, una protesi di questo tipo potrebbe durare tutta la vita.

L’intervento di solito dura all’incirca un’ora ed ha un’ottima performance anche a livello del dolore: mentre quella di ginocchio nei giorni successivi è un po’ dolorosa, quella d’anca è del tutto sopportabile.

 

  • Quanto dura il decorso operatorio? Quando si può riprendere a camminare?

Di solito, i tempi sono questi: se un intervento viene fatto la mattina, già nel pomeriggio si inizia con il movimento dell’anca, e nella mattina successiva il paziente viene messo in piedi con due bastoni, e può iniziare subito a camminare. Inoltre, al Centro Chirurgico Toscano, abbiamo un gruppo di fisioterapisti che aiutano il paziente, durante la degenza, a riprendere il movimento, consigliandogli gli esercizi da fare dopo un intervento di protesi d’anca, il paziente viene dimesso dopo 5-6 giorni e già cammina, aiutandosi con i bastoni. Di solito, dopo 15-20 giorni, il paziente può camminare senza bastoni e, dopo circa tre settimane, può anche cominciare a guidare la macchina.

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